L’Ovetto Kinder di Michele Ferrero compie 50 anni, e così, come nel film “la fabbrica di cioccolato, si dà il via al concorso per vincere la visita al laboratorio segreto: Chi trova uno dei 50 «kinderini d’oro» creati appositamente per l’anniversario, potrà vedere, per la prima volta, dove nascono le idee della «fabbrica di cioccolato» della Ferrero.
Dall’idea di Michele Ferrero, l’inventore della Nutella, l’ovetto Kinder nasceva nel 1974 e oggi è venduto in 80 Paesi del mondo:
«Un manifesto della volontà di Ferrero — ricorda l’azienda — di realizzare prodotti unici e inimitabili, capaci di offrire a genitori e bambini la possibilità di vivere momenti di gioia, divertimento, scoperta e gioco in famiglia».
Sarà la prima volta che la Ferrero aprirà le porte al pubblico del laboratorio dove designer e gli ingegneri testano le nuove sorprese cercando di renderle sempre più sicure, con bussolotti realizzati in un pezzo unico per non ostruire le vie respiratorie anche in caso di ingerimento.
Ma facciamo una riflessione
Il 16 ottobre è stata la Giornata Mondiale dell’Alimentazione. Per l’occasione il WWF è tornato a richiedere alle istituzioni, una maggiore attenzione e cura del sistema alimentare, delle risorse naturali e degli ecosistemi a esso legati, poiché lo sfruttamento emerso nei risultati sulla perdita della biodiversità pubblicati nel Living Planet Report 2024 sono sempre più allarmanti.
Il sistema alimentare “globale” utilizza il 40% della superficie terrestre libera da ghiacci, e non solo è la principale causa della perdita di biodiversità, ma è altresì responsabile del 70% del consumo di acqua dolce. Troppo spesso il cibo che consumiamo, ha legami diretti con la distruzione di alcuni dei nostri ecosistemi più preziosi, e il WWF segnala che quasi il 90% della deforestazione, soprattutto nelle zone tropicali e subtropicali ricche di biodiversità, è causata dai nostri consumi.
Tra i cibi maggiormente coinvolti, oltre la coltivazione di soia e mais necessari al nutrimento di animali da allevamento intensivo, non possiamo far finta di dimenticare che il cioccolato ha un forte impatto sulla distruzione del nostro eco sistema, così come la canna da zucchero, il caffè, le banane, e tutti quegli alimenti che arrivano da territori molto lontano da noi, e che forniscono l’intero globo.
Per la sola produzione di cioccolato, il Ghana e la Costa d’Avorio, che sono i maggiori produttori a livello mondiale di fave di cacao, si sono mangiati più dell’ottanta per cento delle loro foreste; per non parlare di cosa gira intorno alla coltivazione della canna da zucchero in particolare nelle Indie, dove oltre alla depauperazione del territorio, i braccianti, le donne in particolare, subiscono abusi e brutalità indicibili, e uno dei compratori di questo stesso zucchero è proprio l’azienda dell’innocuo ovetto.
Prodotti progettati
Ma non è tutto. Le materie prime finiscono per lo più in mano ai colossi dell’industria alimentare che, pur di fare soldi e aumentare il loro potere, progettano letteralmente a tavolino, prodotti che creano dipendenza, legando così il consumatore, spesso ignaro, ad acquistarne sempre di più.
E’ ormai risaputo che potenti aziende e scienziati accademici si sono alleati per modellare la ricerca e soddisfare le esigenze dell’industria.
Mentre i tassi di obesità stanno esplodendo ovunque, il mondo della scienza si è diviso tra chi sta cercando di portare alla luce i danni del cibo ultra processato e che invece ha creato alleanze che difendono l’industria alimentare, attraverso un mondo nascosto con organizzazioni specifiche dedite a creare risultati scientifici, veri ma distorti nello scopo, favorevoli all’industria, proteggendola.
E poi c’è il marketing
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato nuove linee guida sulla necessità di adottare politiche atte a proteggere i bambini dall’impatto dannoso del marketing alimentare dichiarandola un’ urgenza improrogabile.
La raccomandazione invita i Paesi membri ad adottare politiche obbligatorie (e non autogestite dalle aziende) che proteggano i bambini di tutte le età dalla commercializzazione di alimenti ultra processati e bevande zuccherate.
Il marketing alimentare, ben carente di etica, è diventato una minaccia per la salute pubblica, e grazie alla sua potenza comunicativa, riesce a influenzare negativamente le scelte alimentari che i genitori devono compiere per conto dei loro bambini.
E’ importante limitare il potere del marketing alimentare nella persuasione di cibi dannosi, il che comporta anche una regolamentata limitazione dell’uso di cartoni animati, includere giocattoli in regalo nei prodotti in vendita o pubblicità con canzoni e sponsorizzazioni di celebrità:
“La commercializzazione aggressiva e pervasiva di alimenti e bevande ricchi di grassi, zuccheri e sale per i bambini è responsabile di scelte dietetiche malsane”, afferma il dottor Francesco Branca, direttore del Dipartimento di nutrizione e sicurezza alimentare dell’OMS. “I richiami a pratiche di marketing responsabili non hanno avuto un impatto significativo. I governi dovrebbero stabilire regolamenti forti e completi”, e le persone che lo praticano dovrebbero avere più coscienza, ma questo lo penso io.
Se niente importa
Nonostante tutto questo, le multinazionali del FOOD, continuano imperterrite a promuovere i loro prodotti, fregandosene del WWF, dell’OMS, dell’etica e della salute dei bambini.
D’altronde come si può negare ai bambini la possibilità di avere un ovetto di cioccolato Kinder da rompere per trovare il mitico bussolotto, con all’interno una sorpresa.
La salute dell’uomo e dell’ambiente, soprattutto dei bambini, è responsabilità nostra, punto. Il “non lo sapevo” non ce lo possiamo più permettere.
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